(Vedendo continuare l'imbroglio, comminciavo a dubitare di qualche altro disturbo, e che la lume non era che per un mezzo termine. Mi mise a sospettare che forse dalla finestra ci osservavono degli curiosi, e che per riparare a questo, bisognava abbassare la cortina. Onde eseguito questo pensiero, i curiosi esclusi, tosto ricommincio il Poeta a seguitare) Ei, con singolare dolcezza, mi dice, che pochi giorni sono, fu lui in compagnia della tua dilettissima Agnese: fu qui e ti rallegrò; e voleva per mezzo mio parlarti. Ella scrisse in questo stesso sito, per mezzo di questo Genio coperto, una soave poesia, e poi con l'aura della musica si cantò: li tuoi sensi ne hanno partecipato! e poi partì. Egli mi fa vedere il principio dell' Ottava, e il fine delle rime, senza farmi veder altro. Queste sono scritte in caratteri d'oro. ́OTTAVA FER LA PRIMA VISITA DELLA TUA DILETTISSIMA AGNESE. Scrivo solo quello che vedo, mi par che sia una cosa assai sublime, ma non ne capiremo niente. Commincia Questo è per farti imparare a stare in avvenire più attento alle impulsioni dell' anima, e cogliere quei preziosi momenti consultare l'oracolo. Il giorno del trionfo di Apollo ti farà una seconda visita, e la saprai. per Mi dice che per causa di quella candela, per questa sera se ne va senza guidarmi in nissun luoco. Mi dice però che dovevo andare nel tempio di Bellona, qual tempio è per noi. In tanto, senza dirmi chi sia uno che vedo, con una fiamma in mano, se ne va, ed io voglio esser svegliato. L'affare della lume in questa Sessione parmi che sia stato tutto un mezzo termine, onde rimediare al male, senza cagionarne un mal peggiore. Domanderanno perchè: perchè non dirmine subito la causa senza incorrere in altri impaccj? ed io risponderò, perchè colui, che ordina in queste cose, e che tutto prevede, conoscendo l'impeto del mio carattere, specialmente trattandosi di cose di questa natura gelose: e volendone schivare le conseguenze, si valse perciò di questo mezzo termine! Questo è il mio parere, mentrecchè vivendo fra gli uomini tutte non si possono schivare le molestie di questo mondo. Non fossero che queste ? ma dalla maladetta invidia come diffendersene? Saputa poi la cagione della mia involontaria contentezza essere veramente un sentimento dell' avvicinamento di Agnese; ed il desiderio che nutrivo di ricercarne per mezzo del sonno il perchè, una vera impulsione divina: è cosa chiara che invece di bilanciare, come già per rispetti sciocchi, tra il sì, e il no, bilanciai: averei dovuto subito determinarmi, per non attirarmi questi rimproveri e poi la pena dell' Ottava (proporzionata al delitto) data tra il sì, e il no! per insegnarmi a stare più attento a cotali impulsioni in avvenire. Maggio 17, 1795, Domenica. SESSIONE XXI. GIORNO anniversario della mia nascita. Mi risvegliai da un lungo sogno, estasiato da certe voci armoniche che vibravano per aria, come si sentono all' passaggio delle grue: e destato finalmente in mezzo al piacer di questa celeste armonia, mi dicevo, Sarà Agnese che mi auspica la nascita ? Contavo à tutti questo mio sogno, e il piacere che ne rissentivo: e aspettavo con impazienza la sera per andare incontro alla promessa visita, sperando, come in seguito s'è verificato, esser questo il giorno indicato del trionfo d' Apollo, e quello dissegnato per la seconda visita di Agnese. Bisogna notare in questo luoco che il 6 di Maggio del 1744, fu nell' 1752, avanzato di undici giorni; e chiamato in vece li 17 di Maggio; onde, per uniformarsi Venuta poi la sera, all' ora solita ci disponevamo per la nostra Sessione. Quando in un tratto vediamo comparire avanti agli occhj due anime antipatiche al magnetismo! dovendo, per civiltà del mondo soffrire, soffrissimo fin tanto che gonfij di mal umore si sono compiacciuti finalmente di ritirarsi. L'ora anche passata, cosa avevamo da fare? mancare alla promessa visita, no! onde con tutto il mal umore, in Sessione. Astratto, dunque, che fu, scrisse Sono in un angolo assai angusto: Ivi, con voce languida, uno sent' io, che con confusi accenti Sì, è tutto per me incognito. Vorrei avanzarmi, ma il vigor mi manca. Ora commincio sentir più chiaro: quella voce mi dice, che nell' far l' aurora la tua di Cipro scese con cinque anime ed infiniti genj, variando l' inni suoi in memoria del tuo dì natìo. Con fragianti fiori sparse le piumi e il suolo della tua cella, e per un istante ti consolò; e sino che tu fosti in camera, ella gelosa di te, possedetrice della tua immagine, senza opposizione di genj contrarj, volea farti, se non altro, almeno in questo giorno felice: ma appena scendesti, ella volendoti seguire, oh giusti Numi! che vidde nella gran sala? Invidia e Gelosia con infiniti genj, che con mormorj e convulsivi accenti le dolci per te troncorono ore in questo dì prezioso: e allora non potendo superare a questi amari ostacoli: piangendo no, ma serena qual venne, nella sua tornò reggia beata! e incirca alle ore nove della mattina ti lasciò, malgrado lei, in preda a quei tristi augurj. Questa languida voce di più mi accenna e ti compiange, e con singulti mi dice, "Miseri voi, se vedesti chi vi conversa "intorno; un giorno no, nemmeno un minuto non pensaresti "al divin Sonno Magnetico." Per sino in quell' anime a te soggette, tutte congiurano contro i sentimenti caudidi e puri che contribui natura in voi, e che il puro destino vi serba a future meraviglie, che forse, ei dice, interrotte saranno sintanto che goderete tranquilli uu dì il tempio sacrato a voi, che è quello della solitudine per riguardo al Magnatismo e della pace. L'antro ora mi si chiude: resto confuso: Misero me, che profondi arcani! ancora lo sento se ei non mi si cuopre. Solo m' impone di dirti che per così preziosi oracoli che avesti sin ora, meritano un luoco in avvenir più secreto; e cercar di allontanare quei soggetti dei quali potrai avere un semplice sospetto che non credino alla giustizia dell' oracolo, se no, ne sarai per sempre da così prezioso tempio privo, Non sento più niente-sono all' umido.-Svegliami. Ecco dunque, che il sospetto che avevo per riguardo alla lume, cioè, chi venivamo osservati da curiosi (Sessione XX.) viene verificato. Comminciaremo dunque da oggi in poi essere più cauti, e cercare di allontanare, quanto mai si potra, quei soggetti che hanno potuto sin ora per la nostra troppa dabbenaggine, con le loro sciocche malie, l'ordine del nostro progredimento infelicemente frastornare. Onde attenti! |