Billeder på siden
PDF
ePub

ERINNIA. (al vederli)

Smaniar mi sento: ingrato Timi Dafni !

TIMI DAFNI. (α Ergene)

Addio, bella Ninfa: in traccia di Melibeo andar io voglio: senza di lui languir mi sento. (nel dir così il leone si mette in fremito.)

ERINNIA. (a Adrasto)

ADRASTO.

ERINNIA.

EGERIA.

E forse la preda pretendi?

Che espressione è questa? qualunque tu sij spiegatimeglio: non t' intendo.

Sì, da me l' oppresso leon ferito fu.

Adrasto non più: anch'io fui a parte nel colpirlo: io per me, quel che m'appartiene, a Erinnia gliene. l'offro in dono.

TIMI DAFNI.

ERGENE.

ADRASTO.

Che bel cuore!

Ed io, imitarlo voglio; il mio dardo che il leon ferì,
Adrasto, in tuo favor rinuncio.

Che bell'alme! ed io, del pari, benchè il più forte sij, ogni pretesa abbandono, e a voi il merto ne lascio. (Mentre che vanno questionando, cioè cercando di super arsi gli uni con gli altri in generosità, un vecchio di anni carco scende dal monte.)

PP

TIMI DAFNI. (Scorgendo il vecchio dice)

ADRASTO.

Ergene.

EGERIA.

ERINNIA.

EGERIA.

ERINNIA.

EGERIA.

ADRASTO.

ERGENE.

Che venerando aspetto!

Che bellicoso sembiante in quel vecchio si scorge.

Vorrei che si avanzasse.

Sì! quando a noi vicin sarà, si lascia a lui la scielta.

Di che tu parli?

Dico la scielta del predato leone.

Non t' intendo.

Che dia a chi di noi li piace l'oppresso leone; onde a chi li toccherà in sorte, nel tempio di Diana immolarlo potrà.

[ocr errors]

Il sentimento approvo.

Anch' io.

TIMI DAFNI.

ERGENE.

Per me, non ebbi alcuna parte nel ferirlo, nè pretensione non ho.

Io ne sono contenta.

H

ERINNIA.

Sono impaziente.

IL VECCHIO. (con un arco e cinque fleccie, si arresta sotto a un

ADRASTO.

EGERIA.

cireggio.)

Che facciam?

Ad incontrarlo io volo: tutti insieme potrebbe il buon vecchio sospettar: (avvicinatosi al buon vecchio, dice) Buon vecchio, il ciel ti salvi.

(Il buon vecchio è Leucippe, gran custode del tempio di Diana.)

LEUCIPPE.

Lasci che un solo istante respiri, e poi.

EGERIA. (a parle.)

LEUCIPPE.

EGERIA.

Che gravità! (ora a Leucippe.) Se non sdegni

LEUCIPPE.

EGERIA.

Che?

Altri pastori in mia compagnia non lungi

Dove?

LEUCIPPE.

EGERIA.

Vicino al rio.

Perchè in così angusto luoco?

Un feroce leon colà ambi ci guidò: ogn' un di noi

[ocr errors]

LEUCIPPE

EGERIA

LEUCIPPE.

EGERIA.

ferito l'abbiam: infine chi ne abbia il decisivo
merto presso Diana non si sà.

E dunque ver?

Sì: deh, la question a tuo piacer decidi.

Ma li tuoi fidi compagni, che diran?

Unanimi d'accordo al tuo giudizio sommessi sono.

LEUCIPPE.

Dunque si vada: (ora si avanza e dice a parie.) Che
anime semplici! Che mai ad una sì difficile impresa
li guidò ?

(All' appressarsi tutti li fanno un grand inchino.)

ADRASTO. (li dice.)

LEUCIPPE.

TUTTI.

Venerando vecchio, dal tuo voler tutto dipende.

E ben se tranquilli sotto quell' ombrette stati, il
tutto dirò: nulla in questi sacri boschi di più sem-
plice vi è, che lasciar agir la natùra. Il leon si ristori
con quell'acqua limpida, e poi si lascia a lui libero
il corso a quello che di voi egli si avvicinerà :
quello il merto avrà di sacrificarlo a Diana.

Sì, sì, sì.

(Ora lo ristorano. Egli sta in piede: ora lo lasciano che vada dove vuole: il leone lascia tutti, e vas ponersi a sedere

[ocr errors]

vicino a Timi Dafni. Egli un poco spaventato vuole fuggire. E poi vedendo che si mette colla pancia all' aria; si mette anche lui a carezzarlo.)

ERINNIA.

ERGENE.

EGERIA.

ADRASTO.

Oh me felice! Se a me non toccò in sorte, l' ebbe almeno il mio adorato Timi Dafni.

La sua semplicità un sì bel dono chiedea!

Quel sembiante merta di più: me ne consolo.

Chi pretese non ha, è sempre il vincitor.

EGERIA. (a Leucippe.)

LEUCIPPE.

ADRASTO.

Deh, che con tanta semplicità decidesti una così puntigliosa causa: i voti de' sinceri accenti miei accogli, e in nome de' miei fidi compagni pastori ti ricompensi il ciel con palma vittrice della bontà che per noi avesti e poi, se non è troppo ardir, il tuo suol natio qual è?

Il dir chi sono, poco sarebbe: ma le mie gesta, le mie sventure, forse vi renderanno più del solito inquieti.

Deh, ci compiaccj: saranno i detti tuoi per noi tante scintille di felicità.

LEUCIPPE, (ora recita in versi capitolo colla rima obligata, l'istoria sua.)

« ForrigeFortsæt »