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E mentre godo delle agresti piante
L'innocente piacer d'aure serene
La Fortuna bella sempre costante
Soave mi guida sulle sponde amene
Gelosa ai me e pargolella amante
Colle Grazie in volto, le varie scene

Lieta mi accenna: Tranquille, mi dice
Con Baldvino, un dì, tu sarai felice!

Ora mi guida verso il molino per vedere le due ruote; ma non sò se arriveremo, perchè ci perseguitano due ninfe di cattivo augurio: una è l' Invidia; e l'altra è la Gelosia! ma la Gelosia, per paura, è gia fuggita. Oh Dio, che bel luoco! Ora lo vedo meglio. La Fortuna mi dice che aspetti un poco sinchè fugga l' Invidia, e poi mi spiegherà l'arcano delle due ruote.

SPIEGAZIONE.

Delle due ruote, se saperne vuoi
L'ignuoto arcano! Seguimi, vedrai!
Quella che gira tutta opposta a noi
È l'Invidia fatal, madre de' guai!
L'altra che sparge i bei prodotti suoi
Quella son' io che sempre fida avrai
E quando men vi pensi in queste porte
A tua mercè farò trionfar la sorte.

Ora mi dice di fare questi giffre.

P. V. S. C. A. E. L. S. C. V.
Domandai. Quando ti spiegherà queste giffre?
Scrisse. Le spiegherà quando che domirà con me!
Domandai. Di chi è la testa che porti in dito?
Scrisse.

La Fortuna mi dice, che adesso sono tutto suo, e che non vuole che dichi niente, niente affatto.

La mia fida Diva ora se ne và

Ma mi dice che fida tornerà

e lasciò cader il lapis, onde il risvegliai.

The writing was much more legible, and himself, in writing, much more at his ease. We have gained a great point by the change we have made.

Read, I said to him, the explanation of your dreams in three beautiful ottave, portending, in my judgment, great things. I should say, if my opinion were any thing, that they are prospective of the delightful scenery through which we are destined to pass in the course of our magnetic expatiations; with Fortune, our oracle and guide, advising confidence, for happiness would

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"Con Baldvino, un dì, tu sarai felice!"

Not without contrast, however, from the workings of two malignant dive, Envy and Jealousy! turning always in a contrary sense to the designs of Fortune, and dispensing nothing but evil. It should seem, however, by the prognostic, that these are at length subdued by the prevailing influence of Fortune;-she exultingly proclaiming :

"E quando men vi pensi in queste porte
"A tua mercè farò trionfar la sorle.'

The cyphers also must have a signification, and have been so communicated in pledge, as may be supposed, of further auspice; hereafter to be explained by events foreknown, and delivered thus, in limine, to prove that they were foreknown, when it was impossible for human forecast, spell, or preparation, to have any sort of conception of them.

This I am authorised by the sequel to say; but about which I shall say no more at present, not to anticipate upon the order of our proceeding, only caring to record, for other reasons, in this place; that in noting the cyphers, the poet was manifestly under very considerable agitation and disturbance; and herewith, for the present, this matter must end.

It must now be remarked, that so far we may be said to have proceeded without chart, or compass. All was novelty; all wonder; all surprise! we were delighted, awed, astonished; sometimes even puerile in our joy and congratulation. We had nothing so much at heart as to impart our discoveries to the world. We had no concealments. We saw no harm in it. Any body might be present, and any body might try.

It happened that, as a fruit of one of these our indiscriminate experimentations, the Session we have just copied should have been written by Avena, not influenced, as usual, by me; but by a nymph of our own family, who, for fun, had requested to try her magnetic powers upon the poet: and which had been attended. with the fullest effect.

The circumstance will afford merriment to the wits: indeed it afforded some to us; but it was innocently intruded, and we shall not, to eschew their laughter, curtail our story of an incident, which has been introductory to others, interwoven with the plot essentially, and not to be discarded without injury to the truth, and to the integrity of the design. So on to the next.

VUOLSE

March 26, 1795.

SESSIONE VIII.

UOLSE la ninfa Yella un' altra volta esercitare questa sua scoperta virtù. Onde, senza però alcun motivo particolare, provando, come nella prima esperienza, egualmente prevalse.

IL Poeta astratto, prese il lapis e scrisse

Quella brunetta mano
Benchè non sia sì bella

E pur sincera è quella
Che dormentar mi fà

Ero poch' anzi debole

Ero poch' anzi afflitto
Ora che son guarito
Ne ringrazio il ciel

E restò qui sospeso. Allora, il domandai,

Della testa che nella Sessione antecedente ti avevo ricercato, cioè la testa incisa in anello che porti in dito, di chi è ritratto? E scrisse.

OTTAVA.

Quel ritratto inciso che porto in dito
L'eroe fu un giorno de' marziali ardori
Genio del Tebro, bellicoso e ardilo
Clemente ogn' or; nel compartir gli onori
Giusto e pio; l'immortale Tito

Che in Campidoglio meritò gli allori
Poichè la Parca li recise il telo

La Fama lasciò, e rese l'alma al cielo.

Ecco la mia fida Diva, bella quanto il sole.

Nota, qui dimostrava grandissima agitazione, e con estrema velocità scrisse.

Prende veloce il corso

Perchè l'insegue un orso

Abandonar mi và

Con un guardo tenero

Assisa sulle penne

Scrivi, mi dice, un enne

N. M. h. insiem

È andata; voglio esser svegliato! E il risvegliai.

Dopo esserci congratulati della bella ottava, che tanto più rendeva la pietra preziosa al nostro cuore, ci siamo detti, queste nuove giffre saranno di supplemento a quelle prime della settima Sessione; forse non compiute allora per cagione del disturbo sofferto. Si vedrà in seguito a che oggetto consegnate.

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